Sicuramente la più impressionante delle costruzioni dell'antica Siracusa greca furono le mura dionigiane che circondavano la città. Le stime degli archeologi non sono concordi anche perchè parte dell'antico circuito murario oggi non è più visibile ma indicativamente si trattava di fortificazioni lunghe circa 30 Km. Per permettere l'accesso dal territorio alla città e viceversa varie porte e postierle più piccole vennero realizzate lungo il perimetro delle mura. Tra quesi accessi quelli più imponenti dovevano essere la porta sud che dava accesso alla Via Elorina che conduceva verso la subcolonia di Eloro e verso Kamarina e quella nord in direzione di Megara Iblea. Della prima purtroppo si è perso traccia da secoli e probabilmente si collocherebbe nelle vicinanze del moderno cimitero cittadino mentre la seconda, descritta anche come "Exapylon" si collocava presso la località tradizionalmente conosciuta "Scala Greca", ancora oggi l'ingresso nord della città e le ultime tracce ancora individuate dall'archeologo Saverio Cavallari alla fine del XIX sec. sono andate distrutte per la realizzazione del moderno Viale Scala Greca.
Oltre a queste due aperture principali, lungo il versante nord delle mura sono presenti due ulteriori porte di un certo di rilievo. Quella che l'archeologo Paolo Orsi definì Porta Scea e di cui ho scritto sul blog di Hermes Sicily e la porta in località Targetta.
Poco o nulla si sa dell'accesso della Targetta: tacciono le fonti antiche e poco ne scrivono gli studiosi moderni. L'area archeologica purtroppo è del tutto abbandonata e si trova ormai a ridosso delle costruzioni frutto dell'espansione urbanistica moderna. Il sito è raggiungibile dalle traverse della moderna Via Gela, superando non pochi cumuli di rifiuti e materiale di risulta. La vegetezione incolta non aiuta molto nella lettura del sito. Per ironia della sorte l'area della porta della Targetta è risultata meglio leggibile nel 2023 quando a seguito di un disastroso incendio che ha danneggiato anche diverse abitazioni, sono andati in cenere anche rovi e cespugli che ricoprivano le vestigia archeologiche. La parte di maggior suggestione è una rampa a scaloni bassi e lunghi che dalla sottostante contrada Targia sale sull'altipiano dell'Epipoli. La rampa segue un andamento ad "S" per ammorbidirne la pendenza. Tutto intorno i resti delle mura dionigiane, costruite dal tiranno siracusano Dionisio il vecchio nel IV sec. a.C. per difendere la città soprattutto dalla minaccia cartaginese. In quel punto poco rimane visibile delle strutture di fortificazione 1-2 filari delle fondamenta che, soprattutto effettuando delle riprese aeree con un drone, danno l'idea dell'antico percorso delle mura. Nei pressi anche i tagli regolari di una piccola latomia di superficie realizzata per procurare i blocchi di pietra necessari alla costruzione. Diversi studiosi, in particolar modo Dieter Mertens in tempi recenti hanno avanzato l'ipotesi che la rampa di Targetta sia si antica ma non greca. Questo soprattuo perchè non sembra esservi una porta nel punto di intersezione con le mura antiche. E' presente invece una canaletta, residuo di un antico acquedotto che arrivava fino all'altezza dell'Artemision rupestre a ridosso di Scala Greca. La rampa della Targetta
inoltre era sicuramente pedonale, non essendovi carraie o strutture per le ruote dei carri. Poco più a monte vi sono le rimanenze di una seconda apertura, questa sicuramente Greca e forse l'apertura originale. La rampa è stata dissotterrata per pochi metri e va poi terminare presso il muro di cinta di un edificio moderno che l'ha irrimediabilmente tranciata.
A pochi metri di distanza sono presenti anche diverse tombe a grotticella artificiale appartenenti alla cultura di Castelluccio e all'antica età del bronzo. Si tratta della necropoli di Predio Reale, già studiata dall'archeologo Paolo Orsi e che presenta anche alcune tombe dal prospetto monumentalizzato con delle lesene.
Come sempre un paio di consigli fotografici sul sito: consigliato per le foto il periodo dall'autunno alla primavera perchè i pochi resti fanno ben poco contrasto con la secca e rigida vegetazione estiva. Allo stssso modo la luce e i contrasti delicati della golden hour aiutano. Un'obiettivo standard è più che sufficiente per le inquadrature mentre un drone può regalare prospettive diverse.
L'augurio è che venga una nuovo periodo di valorizzazione per i monumenti antichi, anche se minori. In un'are urbanistica di recente espansione che manca di spazi verdi, bonificare e attrezzare un parchetto suburbano che consenteribbe allo stesso tempo di ammirare alcuni dei resti delle antiche mura dionigiane, sarebbe sicuramente un valore aggiunto per Siracusa, città dalla storia antichissima ma ancora in cerca di una sua identità.