Venerdì, 17 Febbraio 2023 01:23

Ognina archeologica: impianti costieri

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Calcare di Ognina viste dall'altoLa frazione balneare di Ognina, pochi chilometri a sud di Siracusa, offre numerosissime testimonianze archeologiche, dall'epoca preistorica al secondo conflitto mondiale, disseminate lungo le sue scogliere. Il dettaglio più evidente è costituito probabilmente dalla torretta di avvistamento costruita in funzione antipirata ma, a poche decine di metri di lontananza, si trovano anche delle strutture costiere relative ad uno stabilimento artigianale probabilmente di epoca romana. Si tratta di una serie di vasche a semisfera e di tracce di scalette intagliate nella roccia a ridosso del mare. Qui dovevano trovarsi antiche fornaci per la produzione della calce. La stessa superficie rocciosa circostante, formata da pietra calcarea, è scalpellata in maniera regolare perchè forniva la materia prima che poteva essere lavorata nelle fornaci e poi subito imbarcata e trasportata via mare. Osservando con attenzione le vasche si nota che in alcune parti le pareti interne sono tuttora arrossate per via delle alte temperature raggiunte un tempo all'interno. Le temperature necessarie per la produzione della calce si aggiravano infatti intorno ai 900°C. La calce, insieme alla pozzolana fu in epoca romana il legante per eccellenza nell'edilizia, secoli prima dell'invenzione del moderno cemento.

A breve distanza, lungo la linea costiera, poco visibili se non si presta bene attenzione, vi sono invece una serie di lunghi solchi lineari paralleli scavati nella roccia. E' verosimile pensare che si possa trattare del tracciato di antichi scali di alaggio. Queste rampe permettevano di tirare in secca le imbarcazioni. Si trattava di un'operazione necessaria per la manutenzione e per ripassare continuamente lo strato impermeabilizzante sullo scafo. Nel mondo antico sia greco che romano era pratica comune tirare le navi in secco durante la notte. Le tracce sono oggi in parte mimetizzate dalla presenza di rocce cadute all'interno ma spiccano per la loro regolarità geometrica se riprese dall'alto con l'ausilio di un drone a diverse decine di metri di altezza.

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